Arriviamo a Zernez, pittoresco villaggio dell’Engadina, situato alle porte del Parco nazionale svizzero (la riserva naturale più grande del Paese), nella parte superiore della Bassa Engadina, vicino ai colli alpini della Fluela e di Ofen.
"Allegra" è la formula romancia di benvenuto che troviamo all'ingresso della cittadina di villeggiatura di Zernez (1474 m.), e qui che troviamo il bivio per entrare in val Mustair, e cominciare a salire davvero per affrontare il secondo passo della giornata, il Passo del Forno (in romancio Pass dal Fuorn o Susom Give, in tedesco Ofenpass), questo collega le valli Grigionesi dell'Engadina e la Val Monastero, e quindi anche la Val Venosta (Alto Adige) e la Valtellina (Lombardia).
La valle è estremamente selvaggia, e la strada l'attraversa passando tra boschi di abeti e larici, qualche tornante e alcuni passaggi a strabiombo sui dei costoni ed arriviamo al Pass dal Fuorn (2149 m.). In cima al passo c'è un ristorante / bar con terrazza panoramica, un ampio parcheggio, un piccolo negozio per souvenir, e una statua di legno di un Orso Bruno a ricordo che in questa zona nel luglio 2005 è stato fotografato un orso bruno che non si vedeva in questi boschi dal 1923. Facciamo una sosta obbligatoria, sia per le foto, e per sgranchire un po le ossa, e poi seduti al sole a guardare il panorama si stà bene.

Ripartiamo. . . tutta discesa fino a Santa Maria in Val Monastero piccolo borgo in fondo alla discesa e dove inizia la strada per il Passo dell'Umbrail, che fa parte del nostro tragitto

Arriviamo nel borgo e iniziamo nuovamente a salire, sia per proseguire sul nostro percorso, sia perchè, visto che inizia a fare buio, stiamo cercando la
Gastahaus Alpenrose dove se c'è posto vorremmo passare la notte. Quattro chilometri al di sopra del comune di Sta. Maria, su uno dei tornanti del Passo dell’Umbrail troviamo l’hotel e anche una camera doppia per la notte. Il piccolo albergo sembra più che tranquillo, c'è anche un ristorante e una terrazza con un notevole panorama sulla valle sottostante.
Ok, doccia e cena - Wiener Schnitzel x 2 + birre + dolce gelato, la camera con la colazione di domani mattina = € 100.
Venerdi 20/08/2010

La notte passa tranquilla avvolti nei caldi piumini di penne d'oca e con una temperatura molto lontana da quella afosa lasciata in Brianza.
Sveglia, colazione "tedesca",e ricarichiamo l'unico bagaglio sulla moto, pronti a ripartire destinazione Stelvio. Siamo sulla strada che porta al Passo dell'Umbrail, ne percorriamo qualche chilometro ammirando i boschi e il ruscello che scende a valle, e ecco che all'improvviso non c'è più la strada asfaltata che diventa in terra battuta!!!! Bella, senza buche, ma con quel brecciolino che non da sicurezza nelle curve..... molto selvaggio. . . . ma fortunatamente la situazione terra dura solo 3Km per convertirsi nuovamente in asfalto.

Siamo saliti di quota, non ci sono più alberi e i prati attorno portano ancora i segni del gelo e della neve invernale. La strada e il paesaggio alpino che ci si presenta ad ogni tornante vale sicuramente il viaggio, e l'asfalto serpeggia attraversando i prati, continuando a salire sulla montagna, ed è un piacere da percorrere in moto.
Eccoci all'ultimo tornante, un altra Gasthaus (in quota) e il cartello che siamo arrivati in cima all'Umbrail (2503 m.). Sosta per la foto e ripartenza, perchè la strada continua a salire e la davanti, in cima ai tornanti che possiamo vedere, c'è lo Stelvio.
Poche centinaia di metri ed ecco il cartello che dice che siamo tornati in Italia e che più avanti c'è la dogana, ma i doganieri non ci sono, ma proprio nessuno. . . . e quindi Italia, senza ulteriori controlli.
Dopo la dogana si segue la strada che sale a sinistra, cosi percorriamo gli ultimi Km e gli ultimi tornanti, e arriviamo in cima. . . PASSO DELLO STELVIO (2758 m.), da qui si può solo scendere!!! Lo Stelvio è il valico automobilistico più alto d'Italia e il secondo d'Europa.
Parcheggiamo l'Harley e ci facciamo un giro, le poche abitazioni sono alberghi, ristoranti, e negozi di souvenir, una specie di bazar all'aperto, popolato da molti turisti, bikers, e eroi. . . si i ciclisti che qui sono arrivati pedalando, uno sforzo che per le mie capacità fisiche / ciclistiche è inimmaginabile.
Facendo una breve parentesi ciclistica; Il passo dello Stelvio è una salita estremamente impegnativa da entrambi i versanti: il più difficile è però quello altoatesino che sale per quasi 26 km senza un attimo di respiro e con pendenze via via crescenti (circa 11% nell'ultimo chilometro). Lo Stelvio è diventato famoso nel mondo del ciclismo quando nel 1953 è stato inserito per la prima volta nel tracciato del Giro di Italia ed è stato teatro di una delle ultime grandi imprese di Fausto Coppi.
Dopo aver fatto il giro di tutti i negozietti e comprato la patch HD da attaccare al giacchino, facciamo le foto di rito e prendiamo un po di sole ammirando il massiccio dell'Ortles che ci sta di fronte, maestoso nei suoi 3900 m.
Una piccola nota dolente da segnalare a chi ci legge sono i vari ambulanti che vendono panini con salsicce, birre, ecc.. la nota dolente è che se parli Tedesco fanno un prezzo, se parli Italiano un'altro e questo a nostro modesto parere è estremamente scorretto!! Visto sopratutto la moltitudine di turisti e bikers che qui portano soldi.
L'episodio è nato dal voler acquistare una semplice bottiglia d'acqua naturale da 500ml, acquistata 5 minuti prima da una simpatica e sorridente signora di lingua teutonica costo 0,80€ (ero seduto di fianco alla bancarella) . . . . . chiesta dal sottoscritto 2 € !!!!!
Non vale nemmeno la pena della discussione, sono andato in uno dei tanti e
ONESTI bar è ho acquistato la preziosa acqua a 1€ - - quindi se vi viene fame o sete meglio al bar che dall'ambulante, oppure imparate qualche parola in Tedesco.... :-)
Dopo una rilassante pausa ripartiamo, scendendo sul versante Valtellinese, ripassiamo davanti alla dogana, e percorriamo i 22km e i 34 tornanti che attraversano la Valle del Braulio scendendo verso Bormio, accompagnati sia in discesa che incrociando in salita molti bikers, di varie nazionalità con cui scambiare il saluto di rito.
Arriviamo a Bormio stracolma di villegianti, ma d'altronde siamo alla metà di agosto, l'attraversiamo e facciamo uno sbaglio!!! Prendiamo la nuova variante della SS38 anzichè percorrere il tracciato storico. La nuova variante è una vera superstrada e corre per la maggior parte in galleria, buia e molto trafficata, per cui è facile perdere il rilassamento nella guida e sopratutto niente da vedere se non il culo del camion che ti stà davanti.
Passiamo Sandalo dove la nuova variante stradale finisce, passiamo da Tirano e finalmente possiamo tornare a guardarci intorno, la Valtellina è una valle circondata da ampie catene montuose e la SS38 la percorre tutta fino a Colico.
Siamo un pò prima di Sondrio e decidiamo di fare una sosta per placare la fame e la voglia di pizzoccheri (siamo in Valtellina) ci fermiamo a
Chiuro (SO) al ristorante "Baffo" dove con 26€ mangiamo due piatti di pizzoccheri, un tiramisù alle castagne, 1/2 litro di rosso, e caffe.
La digestione spinge a sdraiarsi nell'erba e schiacciare un sonno, ma pensiamo che sia meglio avvicinarsi di più verso casa, le nuvole sopra la nostra testa stanno aumentando. Percorriamo tutta la statale che ci porta di nuovo, con dei lunghi rettilini, a Colico incrociando in questo modo il percorso dell'andata.
Il tempo è migliorato e allora decidiamo di fare la strada che costeggia il lago evitando la superstrada e le gallerie, cosi attraversiamo Colico e prima di arrivare a Dervio decidiamo di fare una breve sosta nel borgo di Corenno Plinio uno dei più genuini del lago, una manciata di case arroccate su una roccia-promontorio sul lago a cui si accede attraverso delle scale di cui alcune intagliate nella pietra, che scendono rapidamente dal piano stradale fino al lago, giungendo ad un piccolo porticciolo da cui, alzando lo sguardo si gode una magnifica prospettiva del borgo
Al termine della passeggiata, riprendiamo la moto e percorriamo con calma tutto il lungo lago fino a Lecco dove ritroviamo la "nostra" SS36 che ci porta velocemente a casa.